I tentativi di “afferrare e possedere”

Nei tentativi tesi ad afferrare e possedere,
alimentiamo l’atteggiamento predatorio
sul resto della realtà.

E di riflesso alimentiamo l’ansia
e il terrore della predazione altrui
su di noi.

Nel tentativo di afferrare e possedere
qualcosa, fosse anche un amore
o una realizzazione

spirituale, perpetuiamo l’illusione
che ci sia un io che possa afferrare
e un qualcosa che possa essere afferrato.

E nel medesimo istante perpetuiamo
l’illusione che qualcosa dentro ci manchi,

a noi, che siamo universo,
forme fluttuanti e coscienti dell’Essere

noi, respiro della Realtà vivente.

Se proprio vogliamo

Se proprio vogliamo
vivere come fossimo eterni

a ogni passo eludendo
l’ombra che ci segue
e ci precede

almeno

non afferriamoci a sostegni
che franano insieme a noi

(e tutti i sostegni alla fine
vanno abbandonati: “non un tetto
sulla testa / non un palmo
di terra sotto i piedi”)

non cerchiamo di fermare la sabbia
dei giorni e l’acqua dei nostri pensieri

che dileguano tra le dita.

Dice il vecchio Yeno:”l’immutabile
è il movimento stesso”.

Se cerchi di fermarlo
per aggrapparti ad esso

non realizzi l’eterno
e uccidi la vita.

Riceviamo e diffondiamo

*Andrà tutto bene?
*È uscito il numero 3-2020 di “Azione nonviolenta”, rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, bimestrale di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Azione nonviolenta, 3 – 2020
Pandemia: la nonviolenza è la luce in fondo al tunnel

https://www.azionenonviolenta.it/azione-nonviolenta-3-2020-anno-57-n-639/


L’umanità sta cercando un’uscita di sicurezza per mettersi in salvo, ma ancora non si vede il segnale che indica la via di esodo. In piena pandemia mondiale siamo ancora al “si salvi chi può”.

Se la nonviolenza, come la definiva *Aldo Capitini*, è “/apertura/ affettuosa all’/esistenza/, alla libertà e allo sviluppo di ogni essere”, si capisce bene l’attualità tragica e decisiva di ciò che stiamo vivendo, e cosa dobbiamo fare: – aprirci a relazioni amorose – salvare l’esistenza delle vite – garantire la libertà – sviluppare le strutture sociali – favorire il benessere di tutti; perché è solo nell’esistenza, nella libertà e nello sviluppo del prossimo, che anch’io posso godere della mia esistenza, della mia libertà, del mio sviluppo. Ecco il senso profondo, e profetico, della nonviolenza. Una nonviolenza che è anche politica e non solo etica e morale. (…)
Non sappiamo se “andrà tutto bene”, o tutto male. Ma se andrà bene, sarà solo grazie al lavoro pionieristico messo in atto dal cambiamento lento, profondo, dolce, della nonviolenza e di chi la sta sperimentando nel concreto di politiche nuove.


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Mao Valpiana – Verona

Zen in viaggio

Calme assisiane, ripidi passaggi e vento di mare

Verdi e ocra le colline umbre
dalla finestra della camera

Nell’aria il chiasso garrulo
delle rondini

All’orizzonte sfuma il porpora
intenso del tramonto.

alpi apuane
tra le nevi di marmo
ripidi camion

schiumar di onde
e il mare a proclamare
la calda estate

Zazen

Zazen non é né questo né quello.
Poiché “è” (senza predicato alcuno),
non fa.

*

Quindi zazen si fa senza fare
ben oltre l’io-attore che crede
di fare o non fare.

Riletture e compimenti

Le persone amano gli schemi
e le definizioni.

Trovare la casella dove
inserire il prossimo e i vari
aspetti della realtà

calma l’ansia,
mette tutto sotto controllo

ed esime
dal navigare in mare aperto.

Allo stesso modo

qualche volta non è
solo la tazza del visitatore
ad essere già colma di sé

così da non poter più ricevere
nemeno una goccia di tè

ma anche la nostra.

Perché sforzarsi di rimanere
aperti alla vita e alla comprensione,

quando comode etichette
s’incaricano d’imbavagliare

aspetti che altrimenti
potrebbero risultare scomodi?

*

Già, perché?

Perché poi arriva qualcosa che sconvolge
tutti i tuoi appoggi, le tue abitudini
e le presunte sicurezze.

Sgomenti nel silenzio,
indifesi nel dolore,

orfani restiamo
nel cuore e nella mente.

Chi incattivisce, chi ricerca
ancora una corazza,

chi opera a beneficio di altri,

chi rinsavisce a beneficio di tutti,

chi aspetta solo che la notte passi,
ma poi ne arriva un’altra.

Buoni amici, dimorando nel non-io

della gioia e del dolore,
del silenzio e dell’azione,

respiriamo finalmente

il nostro vero corpo, il nostro
vero volto:

lo spirito che qui e ora
soffia come vuole

e nessuno può dire:
“è questo, è quello”

né di dove viene
e dove va.