Polvere e universo

Abbiamo liberato i nostri io
come si liberano i cani
dietro la preda

l’abbiamo liberato
come un monarca assoluto

che spasimi un regno,

sempre in guardia al sorriso
che gli sfuggì.

Ora lo riconosciamo
polvere e universo, canto
di stelle e silenzi
siderali

puro nulla e lampo
di luce.

“Un unico destino”

Supponiamo di azzerare gli arrivi,
nascondere i morti in fondo al mare,
dove rimangono i profughi, guardate
bene: negli atroci lager libici?

Supponiamo di svuotarli ai confini
i lager, guardate ancora: sono
a disseccarsi nel deserto
i migranti?

Supponiamo di convincerli
a non partire, devono dilaniarsi di guerre
trascinarsi di fame, sputare miserie
coloro che più non partono?

È in pace il nostro giorno
non vedendoli, gettando un obolo
lucrando armi, succhiando linfa
e arterie prime, le spalle alzando?

Aggiustare lo zerbino

Fermatevi ad aggiustare lo zerbino
sotto i vostri piedi se ha un lembo
ripiegato e v’inciampa.

Stamattina sono passato oltre
dopo un tentativo insistito
e inutile col piede

perché avevo altro da fare.

Ma se questo altro fosse pure
salvare il mondo

o provarlo a migliorare

guardare sotto i propri piedi,
e sistemare, è un buon modo
per cominciare.

Tu sei il Sé

[Dalla pagina SEGNAVIA – 1 Ottobre 2017]
Come leggere un insegnamento meravigliosamente Vero senza vanificarlo

“Tu sei il Sé
fissati nel qui ed ora
lascia la mente libera
e vivrai gli eventi
liberi da attaccamenti.

Quando il vento cessa
l’acqua torna tranquilla
il tuo volto appare.”

Commento : come leggere un insegnamento meravigliosamente Vero senza vanificarlo, ovvero come riuscire ad applicarlo senza un io che, pensando di aver capito, si leghi al laccio dell’oggetto mentale appena creato, e senza una volontà che, cercando di applicarlo, se ne allontana.

Modalità: Sedere semplicemente in zazen e se vi viene in mente un qualsiasi verso della lettura, oppure un pensiero derivato del tipo: “io sono il Sé”, “devo fissarmi nel qui e ora”, “adesso lascio la mente libera”, “quando il vento cessa”, “il mio volto appare”, ecc. guardare e respirare la forma e il suono mentale delle parole, indipendentemente dal significato. Pure guardare e respirare forma e suono mentali di ogni eventuale pensiero collegato, e così per qualsiasi altro pensiero possa sorgere, indipendentemente dal significato. Compreso il pensiero: “adesso guardo e respiro questo pensiero”, oppure: “sto guardando e respirando questo pensiero”.

Lo stesso vale per suoni, rumori, sensazioni, emozioni. Se vi distraete, al momento di accorgervene guardate e respirate forma e suono del pensiero di consapevolezza della distrazione.

Fino a quando si guarda e si respira forma e suono di un pensiero? Fino a che dura il pensiero, fino a che rimane solo il respiro (e pure quello indistinto o quasi) o sorge un altro pensiero da guardare e respirare. E in ogni caso la durata è una curiosità di cui si occupa la mente che sta leggendo ora, non la mente che sta guardando e respirando.

Infatti se sorge la frase: “devo guardare questo pensiero fino a che dura, fino a che non rimane solo il respiro”, tale frase è il nuovo pensiero da guardare e respirare. Altro esempio, se sorge la frase: “Oh, ma questo pensiero non scompare”, tale frase è il nuovo pensiero da guardare e respirare. Così se sorge: “ma che rottura! quando suona la campana?”, guardatela e respiratela, frase e sensazione.

Contemporaneamente: le braccia, le spalle, la schiena, il respiro, sono sciolti? Gli occhi sono aperti, senza linee di tensione, e immobili, o divagano?