Respira con serenità
e ampiezza di cuore, non è forse
l’essere il signore dell’essere?
Lascia che tutto sia
ciò che è, nello specchio abbandonato
e chiaro della mente.
Respira con serenità
e ampiezza di cuore, non è forse
l’essere il signore dell’essere?
Lascia che tutto sia
ciò che è, nello specchio abbandonato
e chiaro della mente.
Non voglio parlare dei migranti
per una volta, ma di chi non parte,
di chi non sale sui bastimenti
per terre assai lontane.
Coloro che noi vediamo non sono
sempre i più disperati
ma quelli che almeno,
coi mezzi più indicibili, sono riusciti
a mettere insieme la forza e la somma
per il viaggio piombato e il sogno
I più disperati, spesso,
sono quelli che rimangono
sotto regimi corrotti e dispotici
nostri amici
dove arrivano le nostre armi
e originano molte nostre merci
al costo irrisorio
della loro fame.
sì, bambolotti
ma di carne, immobili
gonfi, perduti.
Un unico destino
Supponiamo di azzerare gli arrivi,
nascondere i morti in fondo al mare,
dove rimangono i profughi, guardate
bene: negli atroci lager libici?
Supponiamo di svuotarli ai confini
i lager, guardate ancora: sono
a disseccarsi nel deserto
i migranti?
Supponiamo di convincerli
a non partire, devono dilaniarsi di guerre
trascinarsi di fame, sputare miserie
coloro che più non partono?
È in pace il nostro giorno
non vedendoli, gettando un obolo
lucrando armi, succhiando linfa
e “arterie” prime, le spalle alzando?