



Monaci di questo monastero di montagna
[…] ricordate sempre, nelle dodici ore della giornata,
di dedicarvi allo studio dell’Impensabile.
Il tempo vola come una freccia
[e noi siamo sempre inclini a perdere le occasioni]
[…] sempre, sempre, state attenti.
Dopo la mia morte, alcuni di voi dirigeranno cinque templi in condizioni prosperose, con torri, sale, libri sacri decorati in oro e argento, in cui i devoti si affolleranno rumorosamente: alcuni passeranno le ore leggendo i sutra e recitando i dharani, e seduti a lungo in contemplazione non si faranno mai prendere dal sonno; mangiando una volta al giorno e osservando i giorni di digiuno, praticheranno tutte le azioni religiose nei sei periodi della giornata. Ma pur dedicandosi così all’ideale, se i loro pensieri non dimoreranno nella misteriosa e intrasmittibile via dei Buddha e dei Padri, ignoreranno la legge della causalità morale e finiranno nella completa rovina della religione. […]
Fate, però, che uno solo viva in solitudine,
in una capanna coperta da una fascina di paglia,
e passi i suoi giorni mangiando radici
di erbe selvagge
cucinate in una pentola con le gambe rotte:
se si applica con concentrazione
ai suoi affari spirituali,
sarà l’unico a parlare ogni giorno
con me
e a sapere come essere grato alla vita.
Chi potrebbe mai disprezzare
una persona simile?
Monaci,
siate diligenti, siate diligenti.