Per Roberto

“Roberto Cuccchini, 74 anni, recentemente scomparso, “Pacifista, ambientalista, ricercatore storico, dipendente della OM prima e responsabile dell’archivio storico della CGIL poi, Cucchini ha vissuto un pezzo di storia della sinistra militante bresciana. Fu tra i fondatori del Manifesto a Brescia. Da sempre si è impegnato nelle lotte del Movimento nonviolento.

Una persona limpida, buona, che sosteneva le sue idee con la forza del dialogo. Rigoroso, paziente, mai settario. Per anni è anche volontario alla Caritas di San Faustino.” (Enrico Milani, Giornale di Brescia, 11/1/22)

Ma pochi sanno che Roberto si è seduto numerose volte con noi in Zazen al Centro Zen di Brescia, e ha partecipato ai nostri incontri, aperti a tutti, nello spirito dell’art.3 della nostra Costituzione. Di lui conserviamo il ricordo di una presenza discreta e intensa, com’è stata la sua vita, fondata sulla profondità del sentire e sulla semplicità dell’agire, unite a una capacità di ricerca storica e personale che ha illuminato i suoi passi per le strade di Brescia e tra di noi tutti.

Uscendo dal ritiro Zen di Aprile

L’essere umano non è causa passiva della Storia,
un burattino delle circostanze, una fragile casa
nelle tempeste.

Pur evanescente incrocio di correnti e infinite cause,
l’essere umano è una forma senziente
e ha voce alta nel destino.

Non di quello fisico, ché tutti dobbiamo
qui esalare l’ultimo respiro, e la malattia
mette il punto all’ultima parola.

L’essere umano ha la voce alta nel destino
di consapevolezza, chiarezza, compassione
(ah, l’amore …) e azione.

-Ma la guerra – direte – l’orrore, la predazione
del più debole … –

E questo non rende più evidente la voce
dell’essere umano nel destino?

Noi ci forgiamo l’inferno, non Dio, non il Fato.
Nessun destino iperuranico, solo la mente
e ciò che fa.

La mente ci salva, la mente ci perde.

Il soldato russo che si rifiuta di aggredire l’Ucraina
è causa attiva della Storia, come lo è il soldato
americano che obbedisce e vaporizza
vecchi, donne e bambini a Hiroshima
e Nagasaki.

E ambedue costruiscono un presente
ed un destino diversi.

A quale vogliamo contribuire?