Repetita iuvant – 1

Le due libertà

Ci sono due libertà.

La prima è quella fisica, sociale,
è unita alla giustizia e alla pace
e va perseguita assiduamente giorno
dopo giorno.

La seconda è la libertà della mente, dello spirito
ed è indipendente da ogni circostanza.

Benché spesso richieda una vita,
si può realizzare in un istante,
anche nella più profonda delle galere,
e davanti al patibolo.

Lungo il cammino per la prima
ci si accorge che non ci sono frutti duraturi
senza la seconda.

La ricerca della libertà della mente, invece
può partire da sé o dal pianto
per il mondo

non richiede che la ricerca della prima
venga sospesa

(Semmai sono i ricercatori della prima
che tendono a sospendere la seconda…)

ma basta a sé stessa.

Tuttavia, porta in sé una sensibilità tale
per cui non c’è libertà della mente

che si esprima

senza impegno nel mondo
senza amore per l’uomo.

Repetita iuvant – 2

Se non volete vedere migranti 

Se non volete vedere migranti
nascondete lo specchio

Come possono cessare

se non cessano le loro guerre
che sparano con le nostre armi

se non cessa la loro fame
che morde con i nostri mercati

sono gli stessi mercati che prendono
nove mele su dieci che ci sono,

e lasciano a digrignare i denti
gli uni contro gli altri

sull’ultima che rimane
i poveri d’Europa e del mondo.

Se non volete vedere migranti
rendiamoci migranti dello spirito,
scuotetevi, ereditiamo la terra
superiamo la visione angusta
del piccolo io

che ci rende dei miserabili,

inutilmente cercando
di passare per la cruna dell’ago.

Zazen: 16 giugno

La giornata intensiva di zazen del 16 giugno, ultima della stagione di pratica iniziata a settembre, si terrà all’eremo “La Lovera” secondo il programma generale leggibile alla pagina COMUNICAZIONI. Chi fosse intenzionato a partecipare ci faccia sapere entro venerdì sera.

Il giorno dopo, domenica 17 giugno, all’eremo “La Lovera”, è prevista un’altra giornata di zazen e koan, alla quale è possibile partecipare solo previo colloquio personale col responsabile.

In zazen non dividiamo

In zazen non dividiamo
la realtà in “questo sì” e
“questo no”.

Così, quando poi
nei molti attimi della vita quotidiana
dobbiamo invece dividere la realtà in “questo sì”
e “questo no”

è il cuore indiviso della nostra mente
a farlo e senza divisioni

non il nostro io indeciso
che brama uno e sospira all’altro
timoroso di perdere entrambi

né il nostro io diviso
che introietta a comodità
propria l’uno

e proietta fuori l’altro,
come un demone esterno
che non ci appartenga.