24 Febbraio: zazen

Date le stagionali difficoltà logistiche previste alla pagina COMUNICAZIONI, anche la pratica intensiva del 24 febbraio si terrà a Rezzato, dalle 8 alle 13. Chi fosse intenzionato a partecipare ci faccia sapere entro venerdì sera. Sempre alla pagina COMUNICAZIONI le modalità di contatto.

Riceviamo e aderiamo: “una laica meditazione per la pace”

MNlogo

A ciascuno di fare qualcosa per la pace

Venerdì 23 febbraio

Una Giornata di digiuno, preghiera e impegno per la pace

Il Movimento Nonviolento aderisce all’appello di papa Francesco

Ognuno può dire concretamente ‘no’ alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti”, così dice Papa Francesco che porta l’attenzione particolarmente sulle sofferenze dimenticate e trascurate “delle popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan”.

Il Papa invita “anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune”.

E’ un invito che raccogliamo volentieri e riproponiamo come Movimento Nonviolento anche ad altri.

Tanto dilagheranno violenza e materialismo, che ne verrà stanchezza e disgusto“, scriveva Aldo Capitini nel 1936 in pieno regime fascista, nell’indifferenza generale, se non nell’ostilità, anche delle gerarchie ecclesiastiche di allora, ancora legate alla teologia della guerra giusta.

Qualcosa era già mutato anche prima, ma con il pontificato di Bergoglio l’annuncio profetico della nonviolenza si è fatto costante e preciso. In quest’uomo di religione sentiamo presente la convinzione che “la nonviolenza è il punto della tensione più profonda tesa al sovvertimento di una società inadeguata”. Di questa tensione abbiamo bisogno per affrontare positivamente una violenza crescente, in campo internazionale e interno ai diversi Paesi. Compreso il nostro. Papa Francesco ci esorta a domandarci “che cosa posso fare io per la pace?

Rispondiamo ancora con le parole di Capitini: vogliamo “sottrarre l’anima ad ogni collaborazione con l’errore della violenza, ed instaurare subito, a cominciare dal proprio animo (che è il primo progresso), un nuovo modo di sentire la vita: il sentimento che il mondo ci è estraneo se ci si deve stare senza amore, senza una apertura infinita dell’uno verso l’altro, senza una unione di sopra a tante differenze e tanto soffrire. Questo è il varco attuale della storia“.

Per queste ragioni il Movimento Nonviolento invita tutti ad unirsi il prossimo 23 febbraio alla Giornata promossa da papa Francesco, attraverso il digiuno, l’impegno, la preghiera, o una laica meditazione per la pace.

Movimento Nonviolento

via Spagna, 8 – Verona
Tel. 045 8009803

http://www.azionenonviolenta.it

http://www.nonviolenti.org

Se volete evitare una sofferenza

Se volete evitare una sofferenza, uno stato mentale
spiacevole, assumetelo.

Se volete scioglierlo, tenetelo davanti a voi
nel campo globale e visivo della coscienza.

Non cercate di evitarlo o scioglierlo.
Non colpitelo con la tensione,
lo sforzo, il desiderio
che non ci sia.

Se lo spirito autentico
è di respirarne la natura
(la vostra, l’Uno)

e non un tentativo furbesco, ancora
di eliminarlo, rivelato dalla frase:
“eh, ma non si scioglie!”

si scioglierà da solo
mentre paradossalmente
cercherete di trattenerlo.

Inutile dire – ma è bene ribadirlo –
che questo lavoro interno
non sostituisce il lavoro esterno
di rimuovere le cause di salute, economiche
o sociali dello stato mentale spiacevole,
della sofferenza.

La serenità interiore si sposa con l’azione sociale
e politica, con la sete di pace e di giustizia
e non con l’inazione.

Non è infatti vero che la pace interiore (essa stessa dinamica)
smorzi l’azione, mentre lo stato spiacevole,
la rabbia siano il motore di una rivoluzione vera.

Il dissidio mentale è il motore di una rivoluzione subito tradita,
questo sì. Tradita storicamente dopo pochi anni.
Tradita subito, di spirito e di fatto.

La libertà interiore, la serenità d’animo
acquisita non dimentica invece le cause
dello stato spiacevole, dell’ingiustizia.

Al contrario impiega tutta la potenza
della pacificazione mentale
per un’azione vera,

nonviolenta e radicalmente alternativa
a quell’ambito mentale e sociale

che causò la sofferenza, la contraddizione
l’ingiustizia.