L’essere umano non è causa passiva della Storia,
un burattino delle circostanze, una fragile casa
nelle tempeste.
Pur evanescente incrocio di correnti e infinite cause,
l’essere umano è una forma senziente
e ha voce alta nel destino.
Non di quello fisico, ché tutti dobbiamo
qui esalare l’ultimo respiro, e la malattia
mette il punto all’ultima parola.
L’essere umano ha la voce alta nel destino
di consapevolezza, chiarezza, compassione
(ah, l’amore …) e azione.
-Ma la guerra – direte – l’orrore, la predazione
del più debole … –
E questo non rende più evidente la voce
dell’essere umano nel destino?
Noi ci forgiamo l’inferno, non Dio, non il Fato.
Nessun destino iperuranico, solo la mente
e ciò che fa.
La mente ci salva, la mente ci perde.
Il soldato russo che si rifiuta di aggredire l’Ucraina
è causa attiva della Storia, come lo è il soldato
americano che obbedisce e vaporizza
vecchi, donne e bambini a Hiroshima
e Nagasaki.
E ambedue costruiscono un presente
ed un destino diversi.
A quale vogliamo contribuire?