Cari compagni, non solo l’abolizione
della proprietà privata è un miraggio
nel regno dell’io,
ma lo è la semplice fraternità,
uguaglianza e libertà.
Una società senza classi è un incubo
diurno nella psiche della percezione
separata dell’esistenza.
Eppure il sol dell’avvenire sorge
ogni giorno sulla terra
Accanto alla teoria, autrice del Capitale
c’è fin dall’origine la prassi di un ragazzo
e di una ragazza che entrano a mani nude
nel mercato, coperti di fango e di cenere.
E con ampio sorriso dicono:
“Il desiderio di possesso
è la maledizione della vita umana”.
*
Voglio qui dirlo con la massima semplicità
e chiarezza:
la pratica di consapevolezza
e di realizzazione non è un optional.
La pratica di realizzazione è la rivoluzione
di base necessaria a spazzar via la dominanza
di quel meccanismo psichico che va
sotto il nome di “percezione separata del sé”, incapace
di perseguire altro che ciò che crede
essere il suo profitto
impossibilitato a vedersi vita
e universo
e che distrugge ogni rivoluzione possibile,
inquina ogni comportamento e rapporto sociale,
vanifica ogni tentativo di cambiamento, rende
illusoria la politica, alienante la religione, feroce
la famiglia, psicotica l’economia, sì l’egonomia,
pigna secca ogni progresso, velleitaria
ogni riforma.
Causa prima di ogni guerra.
Ergo, considerato che la “percezione separata del sé” è comune al 99.9% dell’umanità, direi che non mi pare ci siano grandi speranze per il futuro… Niente di nuovo sotto il sole… In ogni caso, se la visione dell’individuo separato è erronea, chi può agire? Davvero gli individui illusi di essere separati o il Tutto che fa quello che deve fare?
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Ergo, considerato che la “percezione separata del sé” è comune al 99.9% dell’umanità, direi che non mi pare ci siano grandi speranze per il futuro… Niente di nuovo sotto il sole…
R: …be’, stando al pianto che sale dalla Terra, direi che non ci sono grandi speranze nemmeno per il presente. Qualcuno si è spinto fino a dire che il suo Regno non è di questo mondo, ma ciò non gli ha impedito di dare il massimo di sé in questo mondo, fino all’estremo sacrificio… per quanto riguarda il buddhismo basta rileggere i quattro voti del bodhisattva, meditarli e agirli…
…In ogni caso, se la visione dell’individuo separato è erronea, chi può agire?
R:…e chi può fare la domanda?
Davvero gli individui illusi di essere separati o il Tutto che fa quello che deve fare?
R:…caspita Andrea, il soggetto continua a produrre oggetti mentali e a rimanerne intrappolato… ma quando il vento cessa / l’acqua torna tranquilla / e il tuo volto appare… hai tutto lo zazen a disposizione per toglierti la freccia avvelenata: siediti con la tua mente divisa e lascia che la coscienza avverta ogni forma che sorge e tramonta, respiro e disquisizioni comprese (shikantaza: vedere la pagina SEGNAVIA) oppure porta le tue disquisizioni fino all’estremo (koan), (e devo dire che le tue domande in questo senso vanno addirittura accentuate) fino all’implosione di tutti gli sforzi e vivrai la viva risposta dell’acqua di sorgente, non certo concettuale.
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Sono consapevole di non sapere nulla di come Relativo e Assoluto interagiscano… Per me è (ancora?) un gran mistero…
Gassho
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…meglio essere consapevoli di non sapere che credere di aver trovato una risposta rimanendo nell’ambito concettuale. “Relativo” e “Assoluto” sono rappresentazioni mentali comprensibili davvero solo su base esperienziale. Per di più, parlare di “interazione” presuppone erroneamente che siano due “entità” distinte e separate: ma c’è una forma (Relativo) che non sia vuoto (Assoluto) e un vuoto che non sia forma?
Gassho
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