Sembra che l’essere umano
abbia continuamente bisogno
di creare forme, categorie, caselle
definizioni, confini, appartenenze
(quindi esclusioni)
delimitazioni, ordinamenti, distinzioni,
schemi, schematizzazioni
e ripartizioni,
concetti, caposaldi, chiavi (quindi serrature)
sezioni, spaccati, organizzazioni
parole, immagini, oggetti mentali
per tentare di sapere
chi è
e cercare
di conoscere il mondo.
Per cercare di ordinare a propria
misura l’immenso caos vitale
tentare di collocarsi
nel tempo e nello spazio
dove si sente gettato
e così cercare
di dominare la propria vita.
Non ne sarà prigioniero,
invece?
Non sarà prigioniero dei suoi tentativi,
delle sue forme mentali?
Non si sarà costruito un bozzolo
nel quale si dibatte
incapace d’uscirne?
Non potrà aiutarlo, forse
la capacità di guardare
la corrente impetuosa delle sensazioni
e delle attività della mente
trovarsi nel fiume dei pensieri
e lì, respirare?
*
mangiare grana
con un goccio di vino
pioggia al valico
sceso dai boschi
il richiamo del cuculo
alba sui tetti