Straordinario è vedere

Straordinario è vedere
come persone, partiti e movimenti
considerino azione

solo ciò che parte
da loro e va verso “l’esterno”.

Come fa il medico
che va a curare il malato.

Il vecchio detto:
“medico, cura te stesso”
pare non riguardarli.

Se qualcosa deve essere fatto
va relegato nel riserbo
della sfera personale, come
un optional sociale:

nessun punto qualificato di programma,
nessuna azione mirata su se stessi
come parte integrante dell’azione,
nessun accenno di lavoro

socialmente rilevante

su quel blocco psichico
che domina l’essere umano
e determina il mondo.

Su quel blocco
che si autocolloca al centro,
vede il resto della realtà
solo come un “fuori”

e non ha
una benché minima esperienza
del cuore indiviso delle cose.

Tutti protesi a cambiare il mondo
secondo il proprio ordine.

Tutti liberatori di altri.

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