Attratto dal sogno di risultati per sé
viene l’io e si siede in zazen.
Dopo un po’ di guadagni iniziali
risultati antistress aziendali, stati
piacevoli e spiacevoli
quando s’accorge che l’unico frutto vero
è attenzione e abbandono
il venir meno di surrogati, supporti
stereotipi, presunzioni di verità
idee fisse e preconcetti
– con i quali foderiamo
la nostra tana
e intessiamo la nostra corazza –
per una navigazione in mare aperto
(eppure sempre a casa)
“senza un tetto sulla testa, senza
un palmo di terra sotto i piedi”
l’io si alza, corrucciato-pretenzioso,
toccato se ne va.