Estate 2022 – Il filo d’Arianna – 4

Per l’io tutto lo spazio-tempo che intercorre
tra un punto di partenza e quello d’arrivo

è sofferenza, lungaggine, tempo
morto da rimuovere.

Il suo sogno è lo schiocco di dita, il teletrasporto,
la scomposizione nel luogo di partenza e la rimaterializzazione
istantanea in quello d’arrivo.

Così per l’io è tempo perso tutto ciò 
che partendo da un punto del tempo-spazio
non porti ad un altro che presenti
realizzazioni tangibili.

Meccanismo utilitario insuperabile, l’io annaspa
dove non vede scopi, risultati, mezzi e fini.

Ma ciò che è perdita di tempo per l’io,
per l’autocoscienza  della mente è

lucida consapevolezza dell’essere:

dove il punto di partenza appartiene
alla medesima realtà del punto d’arrivo

(e di ogni “punto” dell’universo)

e lo spazio-tempo che intercorre
tra i due coincide in ogni istante, in ogni punto,
col punto di partenza e col punto d’arrivo.

Per l’autocoscienza della mente ogni viaggio
è un viaggio immobile, e il risultato è ogni passo.

Questa coscienza “dimora nel movimento stesso”
ed è sempre “a casa pur essendo sulla strada”.

È con questa coscienza che le funzionalità dell’io, 
la sua efficienza, la ricerca di tangibili risultati 
non si trasformano in alienazione, 

in un massacro narcisistico quotidiano 
“pieno di rumore e di furia, senza 
significato alcuno”.