Eccoci qui per un altro lunedì di pratica zazen-kinhin-zazen, ore 20-21. E naturalmente a tutti estendiamo l’invito per sedere e camminare in semplice presenza mentale. Si cela un tesoro inestimabile ed amorevole in questo “niente di speciale”, che è lo stare un po’ in intimità con noi stessi e con il cuore delle cose.
Provate a sedere a gambe incrociate, oppure su di una normale sedia, con la schiena diritta, ma non tesa, le mani in grembo e gli occhi aperti. Verificate che non ci siano tensioni nelle braccia, nelle spalle e nel tronco, nel semplice respiro e negli occhi aperti, immobili. Ora prestate semplice attenzione a tutto ciò che si manifesta nella vostra mente e attorno a voi (che è un altro modo per sentirlo dentro di noi): se siete cristiani siete rimasti cristiani? Se siete buddhisti siete rimasti buddhisti? Se siete laici o atei siete rimasti tali? Siete semplicemente ciò che siete: esseri umani che fanno una cosa umana? Sono le basi dello zazen.
Gassho a tutti gli esseri e un amorevole sostegno ai sofferenti.
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Certo è espressione di Realtà
anche la violenza di un essere
ma tanto più l’azione di contrasto
della violenza.
La prima è Realtà sotto forma
di illusione egoica che pensa di ridurre
in suo potere qualcosa che crede esterno a sé
con la coercizione fisica o mentale.
Mentre l’azione di contrasto all’ingiustizia
e alla violenza
è Realtà sotto forma di autoconsapevolezza
che agisce sull’altro come parte di sé
e una nostra mano può fermare
l’altra nostra mano che porta il coltello
ma non la può tagliare via
con l’accetta dicendo: ” tanto
non sono io, tanto il sangue
che ne uscirà non appartiene
a me”.