Torniamo sommessamente, ma con calore, a invitare tutti alla pratica di zazen – kinhin – zazen, questa sera dalle 20 alle 21, ovunque vi sia possibile e comunque vi riesca. Nel silenzio della vostra stanza o alla fermata del bus. La realtà è sempre manifesta e ogni istante si rivela.
Gassho a tutti gli esseri e un amorevole sostegno ai sofferenti.
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“Pensarsi io” non aiuta
e non per “l’io” dopo “pensarsi”
ma proprio per il verbo “pensarsi”.
Molto meglio “vedersi natura”
e non per la “natura” dopo “vedersi”
ma proprio per il verbo “vedersi”,
sinonimo di accorgersi, essere coscienti: consapevoli sì,
ma di una consapevolezza non-egoica,
autocosciente, transpersonale,
panoramica.
Dove l’io stesso, più che soggetto, attore
centrale, perno della scissione
tra sé e un mondo contrapposto,
alienato ad altro da sé
è invece solo corrente distinguibile, ma
non scissa della realtà,
elemento integrante
e integrato di questa nuova coscienza
(eppure antica ben più delle montagne)
priva di oggetti, poiché ogni oggetto
è parte della “soggettività assoluta”
della realtà.