“Da cinque secoli
l’uomo occidentale è dominato
da un atteggiamento attivistico
e ha perso la capacità
di operare un sano e costruttivo
ripiegamento interiore
che dia un senso profondo
alla parola e all’incontro
con gli altri”.
Romano Guardini
“L’anima si esprime per azione”
Reinhold Messner
Lo Zen e il gesto
Molti sanno che Zen è silenzio
e meditazione.
Pochi invece sanno che Zen
è anche parola e azione
le quali zampillano dalla sorgente
di silenzio e meditazione.
Dato di scegliere non v’è:
il silenzio e la parola
la meditazione come l’azione.
Solo che in genere pensiamo al fare,
parliamo molto, ma meditiamo poco,
e lo Zen lo sa.
Per il resto c’è chi è prigioniero
del suo ordine
e chi è libero nel suo disordine
poi c’è chi è libero nel suo ordine
e chi è prigioniero del suo disordine
ed è questione di lana caprina
stabilire se la libertà stia in questo
o in quello.
La libertà sta nell’essere umano
quando libertà sa vivere.
Lo Zen e l’azione, quindi
è l’arte di essere presenti nel gesto
e non persi in qualche punto
della mente,
presenti come realtà intera
che si manifesta nell’atto
poiché ogni gesto è la vita che avviene
la realtà che si esprime
senza aggiunta e sottrazione
alcuna.
Il gesto non rimanda a un altrove
è proprio quel che è
e così com’è.
Come il respiro, il battito del cuore,
un frullare improvviso d’ali.
È sacro, denso di senso
perché privo di eco, di senso
altro dal suo svolgersi.
È l’immobile che è il movimento
stesso.
È lo spirito che si esprime
per azione.