Il giorno in cui un colpevole
entra in carcere
non è mai un giorno di vetrina
e trionfo.
È semmai un giorno necessario
per i crimini commessi, per
il dolore delle vittime.
Il giorno in cui un uomo
entra in carcere
è una dolore necessario
a mutare la legge
se è disobbedienza civile,
è una tragedia per il non colpevole
una continuità per l’emarginato
il folle, il perduto.
Al netto dell’inferno
che di rieducativo non ha nulla
il carcere che si richiude
dietro una vita
Può essere un atto dovuto,
ma dopo un fallimento di molti.