Nella magnifica appartenenza
non c’è fuori, non c’è dentro
non c’è prima, non c’è dopo
non c’è vicino, non c’è lontano.
Inutile cercare d’entrare, inutile temere
di uscire
“poiché tutto è vuoto”
come può accadere qualcosa?
Leggendo queste parole, la coscienza
che non sperimenta l’immobile che è il movimento stesso
crede che esse stiano negando la vita
ma se affermi, neghi o sminuisci la vita
è chiuso l’occhio della Vacuità, della Coscienza Originaria.
E quando la Coscienza Originaria
non è così sveglia nella sua forma umana
l’essere umano svolge la sua breve, fragile
eternamente preziosa vita
cercando di afferrare risposte
ma smarrendone il senso
credendo di vivere,
ma avvolto nel sonno
anelando alla vita,
ma senza viverla davvero
inondato di luce,
ma incapace di riconoscerla nell’apparente selva
oscura e luminosa delle sue illusioni.
*