“Il fine [spirituale] si realizza a patto di non porselo.”
Perché, cosa succede se ce lo poniamo?
Succede che dividiamo illusoriamente
la realtà in un soggetto che cerca
e in un oggetto cercato.
E fanno due; tre con l’azione
di cercare.
Ogni volta che oggettiviamo,
ci alieniamo illusoriamente dalla parte
di realtà oggettivata, la rendiamo esterna,
separata da noi.
Dopo di che abbiamo bisogno
di colmare la distanza che abbiamo
illusoriamente creato fra noi e questa
parte della realtà oggettivata.
Ma finché dura la scissione che la alimenta,
la distanza non potrà mai essere colmata.
È come il cane che cerca di mordersi la coda.
Ogni suo movimento per prenderla
sembra avvicinarla
ma in realtà la tiene distante
quel tanto che basta da renderla imprendibile.
Il cane si lancia in un giro vorticoso
destinato all’insuccesso
per afferrare una cosa che non ha nessun
bisogno di afferrare, perché è già parte di sé.