Le inferriate della nostra prigione – riletture –

Una volta ho citato il film: “Prova d’orchestra”
di Federico Fellini, dove gli orchestrali suonavano
le loro musiche, ognuno a capocchia sua

in un bailamme di note dissonanti e in un groviglio
inestricabile di suoni e comportamenti.

Il tutto mentre una ruspa
cominciava la sua opera demolitrice
del teatro – con gli orchestrali dentro –
a colpi poderosi di sfera d’acciaio.

Una caotica jungla narcisista che finiva
con il lasciare spazio a un nuovo
autoritarismo…

Ma mi è stato risposto che era il film
peggiore di Fellini.

Il che è come storcere il naso sotto la valanga
perché il cane che ti salva ha l’alitosi

e perché la squadra che spala
non soddisfa i tuoi requisiti estetici,
infatti non veste Prada.

A questo proposito, stupisce che le persone
abbiano opinioni su tutto, magari feroci

e ferocemente difese, fondate
sul nulla o misurate a spanne

ma solo per scoprire che questo gli serve
per non impegnarsi su niente
oltre il proprio recinto.

Stupisce ancora di più
che si affermino le inferriate
della propria prigione

come una bandiera di libertà

mentre non stupisce affatto
che siamo servi di noi stessi
credendo di esserne i monarchi

dato che tale è la normale
percezione del nostro io.

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